Nell’esperienza descritta nel Chi siamo, ritroviamo il nucleo e l’essenza culturale del nostro approccio: dal basso verso l’alto, ponendoci con il cittadino nostro interlocutore in comunicazione orizzontale, da pari a pari, non cattedraticamente dall’alto verso il basso.
Il cardine di questa nostra modalità è la condivisione di conoscenze in filosofia “open source”, basata sul principio che condividendo le conoscenze e le informazioni con il nostro interlocutore ne usciamo reciprocamente arricchiti, molto più che puntando sulla gelosa e rigida difesa del nostro piccolo sapere, sperando in una rendita di posizione da mettere a valore.
Questo tipo di approccio porta con sé altri due corollari utili in questa fase di epocale transizione verso la sostenibilità, ormai avviata.
Il primo: le conoscenze base per appropriarsi, cavalcare e godere dei vantaggi del cambiamento, in realtà, sono alla portata di tutti, anche di chi non detiene elevati livelli di formazione e informazione tecnica, giuridica, amministrativa.
Il secondo: la transizione verso la sostenibilità richiede una grande mobilitazione di massa, globale, planetaria, che non può prescindere dalla dimensione democratica e diffusa, del sapere e della conoscenza funzionali al cambiamento. E’ illusorio pensare che politiche calate dall’alto, pur basate su auspicabili riforme radicali del verso giusto o su auspicabili investimenti e incentivi illuminati e virtuosi, possano da soli determinare il cambiamento. Se la gente non capisce o teme di non capire, resterà timida e passiva e continuerà a operare scelte nel solco delle prassi consolidate e “sicure”, in attesa di tempi migliori, perché la saggezza popolare da sempre suggerisce di restare sulla vecchia via… La vecchia via però, è quella che ha ridotto il pianeta nella condizioni che ben sappiamo e quindi, è ora di abbandonarla, con fiducia e ottimismo.